Cina. “Ultimi quattro giorni: ma dopo tre settimane è già ora di ritornare?”

montagnaIl ritorno alla “normalità”, il ritorno a casa, in Italia, dopo settimane in giro per la Cina, si fa sempre più vicino e questo rende indiscutibilmente felici le nostre coppie che vogliono riprendere in mano la propria vita con il nuovo arrivato ma, per quanto desiderato, alimenta inevitabilmente paure e ansie. Perché c’è la piena consapevolezza che questa normalità sarà la più grande e alta e ripida montagna da scalare.

Fare i conti con la vita di ogni giorno sarà costantemente una sfida: ma l’importante è affrontarla con pazienza, senza fretta di arrivare in cima e soprattutto tenendosi per mano. Perché alla base di una vera famiglia c’è la fiducia l’uno nell’altro: quel senso di protezione e di sicurezza nel potersi affidare che soprattutto il nuovo arrivato deve imparare ad avere. Ora ha una nuova famiglia, una mamma, un papà, dei fratelli e delle sorelle a cui tendere la mano sicuro che se cade saranno là per risollevarlo.

Ecco la toccante pagina di diario di oggi di papà Lorenzo che con emozione racconta le conquiste del piccolo Shan e racconta di come si stanno preparando al rientro in Italia.

Care Cristina, Marta e Lisa,

Qui non ce la facciamo più. Abbiamo ricevuto oggi la vostra mail con tutte le formalità da sbrigare per sistemare le cose e questo ha accresciuto ancora di più la voglia di tornare.

Considerando che queste formalità si sommano a tutto il resto che ci aspetta, la montagna e la sfida da affrontare è davvero dura. E’ per questo che nei giorni scorsi vi parlavo della nostra paura del rientro, della nostra paura della montagna. Siamo consapevoli che il tempo a nostra disposizione per goderci la Cina tutti assieme senza troppi pensieri è ormai agli sgoccioli e un po’ci dispiace, ma prevale ormai la voglia di iniziare a sistemare un po’ di cose, di spianare questa montagna.

Una montagna fatta di formalità burocratiche, di incombenze per rimettersi in pari con il lavoro, sforzi per ritrovare l’equilibrio famigliare scombinato dal nuovo arrivato, di visite mediche e di accertamenti per verificare lo stato di salute del piccolo Shan, per capire se vi siano cose da fare per aiutarlo nel grande lavoro di recupero che sta portando avanti ormai da più di dieci giorni.

I fronti su cui saremo impegnati saranno molti e probabilmente servirà molto tempo prima di poter dire di essere ritornati alla “normalità” ben sapendo che il nostro concetto di “normalità” dovrà essere rivisto e adattato.

Vedo queste tre settimane come il prendere le forze, l’immagazzinare energie prima della partenza per una lunghissima scampagnata. In queste tre settimane abbiamo conosciuto Shan, lui ha iniziato a conoscerci, ci siamo tutti tranquillizzati e abbiamo iniziato a costruire qualcosa.

Il clima famigliare è stato perfetto. Anche grazie a Pietro ed Emma a cui non possiamo rimproverare nulla: vogliono bene al loro fratellino (obiettivo numero 1 raggiunto), sono cresciuti affrontando le loro “piccole” difficoltà dovute al suo arrivo (obiettivo numero 2 raggiunto), sono sereni e tranquilli perché vedono sereni e tranquilli noi due (obiettivo numero 3 raggiunto). Shan ci sembra felice. Sorride sempre di più, cresce, si muove molto, piange poco, ha sempre fame, e ha tanta voglia di scoprire il mondo.

Io e Chiara abbiamo cominciato finalmente a vivere quel sogno che da molto tempo desideravamo che si avverasse e ora che abbiamo la bicicletta non vediamo l’ora di iniziare a pedalare. Nelle difficoltà e nelle gioie di questi giorni il nostro rapporto si è rafforzato, siamo vicini più che mai e questa è la spinta giusta con cui poter affrontare la scalata della montagna che abbiamo di fronte.

Anche i nostri genitori continuamente ci dicono che non vedono l’ora che torniamo a casa. Anche loro hanno voglia di normalità e soprattutto di smettere di vederci in pigiama alle quattro del pomeriggio. La montagna la supereremo anche con il loro preziosissimo aiuto.

Incontreremo difficoltà, tempo brutto, stanchezza, fame, freddo e magari arriveremo anche al punto di dire all’altro: “Vai avanti tu che poi ti raggiungo!”. Ma l’altro gli dirà: “No, ti aspetto! Senza di te non mi muovo”.

E così ci aspetteremo, ci daremo coraggio, ci faremo forza l’un l’altra, ci prenderemo anche delle pause di riposo, perché capiremo che l’importante non è fare alla svelta. E piano piano, un passo dopo l’altro, senza fretta, senza rischiare di scivolare, arriveremo.

E mentre cammineremo ci accorgeremo che il bello è proprio ciò che ci spaventava. Il bello sta nel camminare, nel fare le cose. Non nell’averle finite ma nel farle. Vedremo i nostri figli crescere. Vedremo Shan sbocciare, ingrassare, prendere sempre più vigore per affrontare le sfide che ha di fronte e il bello per noi due sarà essere lì a faticare con lui e per lui come per gli altri due. E arriveremo al punto di sperare che la cima sia più lontana, oppure arrivati in cima decideremo di allungare il percorso e troveremo un’altra vetta da scalare.

Speriamo di avere la lucidità e la forza di capire queste cose e di non farci prendere dall’ansia di arrivare a tutti i costi, alla svelta. Per il bene nostro, di Shan, di Emma e di Pietro dovremo fare questo sforzo che va contro il nostro modo di essere.

Questi ultimi quattro giorni allora li passeremo a caricarci in vista della camminata che ci aspetta. E poi via… si parte.

A presto,

Lorenzo