Favorire l’adozione ai genitori affidatari. Esprimi la tua opinione

famigliaTrova spazio sulle pagine del “Corriere della Sera” di oggi un servizio di Gian Antonio Stella dedicato al tema dell’affido familiare. La domanda provocatoria da cui parte l’articolo (“vengono prima, per la legge, i diritti dei bambini abbandonati o quelli degli aspiranti genitori?”) apre una serie di riflessioni sul ruolo della mamma o del papà affidatario, fondamentale per garantire al bambino una relazione affettiva stabile nell’attesa di poter tornare nel suo nucleo familiare di origine o, laddove non sia possibile, essere adottato da una coppia.

Nell’articolo di Stella, però, si sovrappone quello che è il ruolo del genitore affidatario, per sua stessa natura temporaneo, e quello del genitore naturale o adottivo, che ha invece un rilievo definitivo. Il caso in esame è quello di una bambina di sei mesi affidata a una coppia che, nonostante non avesse i requisiti necessari ad adottarla, si è vista rifiutare la richiesta di adozione nominale della minore; la coppia non aveva l’età che per legge dovrebbero invece avere i genitori che intendono adottare un bambino di pochi mesi. Partendo da questa vicenda, che non rappresenta comunque un episodio isolato, l’associazione di genitori affidatari e adottivi “La Gabbianella” ha proposto una petizione per cambiare la legge 184 per favorire la permanenza del bambino nella sua famiglia affidataria, qualora non si riesca a recuperare il rapporto con la famiglia di origine e l’affidamento di un minore si risolva in adozione.

Favorire l’adozione nazionale ai genitori affidatari: questa in estrema sintesi la richiesta avanzata dall’associazione. Esiste già, come previsto dall’articolo 44 della legge 184, la possibilità di un’adozione speciale dei minori affidati da parte dei genitori affidatari. Con la petizione “La Gabbianella” intende allargare questa possibilità residuale, “favorendo la permanenza del bambino nella famiglia in cui egli già si trova.”

L’istanza, però, va contro il significato stesso dell’affido e dell’adozione. Un genitore affidatario, infatti, è consapevole fin dal momento in cui fa la sua scelta di accogliere un minore allontanato dal suo nucleo familiare, di mettersi a servizio di un bambino con una famiglia di origine temporaneamente in difficoltà. Gli offre sicurezza e affetto, aiutandolo a recuperare una situazione di “normalità” emotiva e fiducia verso gli adulti, pur sapendo che dovrà gestire il momento del distacco con il bambino, perché questo momento fa parte del percorso dell’affido. Il bene del bambino è avere dei genitori “per sempre”, ma la coppia affidataria è essenziale per fargli recuperare una relazione familiare interrotta dall’allontanamento dai genitori naturali, nell’attesa che possa essere figlio una volta per tutte.

L’aspirante genitore adottivo, invece, inizia il percorso dell’adozione per far sì che il minore fuori famiglia diventi suo figlio. Chi inizia questo percorso deve presentare una serie di criteri(l’idoneità del Tribunale per i Minorenni, il vincolo matrimoniale, il requisito della differenza d’età tra genitori e bambino) che per la coppia o il singolo genitore affidatario sono comunque a maglie più larghe.

Favorire l’adozione ai genitori affidatari rischierebbe quindi di creare un ibrido, che non è in grado di garantire al minore quella fase di passaggio verso una vita familiare stabile per lui fondamentale.

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