Kyrgyzstan: scandalo adozioni internazionali

KyrgyzstanL’ex console onorario a Bishkek (Kyrgyzstan), Giorgio Fiacconi, espone una dettagliata ricostruzione dei fatti che hanno determinato lo scandalo delle adozioni internazionale nel Paese, scoperto dall’ambasciatore italiano Alberto Pieri. Bambini che erano stati precedentemente considerati adottabili,  in realtà non lo erano.

 

 

“Si parla spesso di scandali che riguardano le adozioni internazionali, di tanto in tanto la stampa riporta questo o quel caso, di solito si tratta di individui senza scrupoli che si approfittano della buona fede di coppie desiderose di adottare.

In Italia esiste una Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) composta da rappresentanti della Presidenza del Consiglio e di vari Ministeri, che vigila sulla correttezza delle pratiche di adozioni e dovrebbe mantenere un rapporto di collaborazione con le Autorità Centrali degli altri Stati. La commissione inoltre certifica e accredita le varie organizzazioni italiane, molte le onlus, che mantengono rapporti con le coppie che intendono adottare dei bambini.

Il problema nasce quando le adozioni ritardano, le coppie vengono illuse e spesso si entra in un vero meccanismo di corruzione e truffa. Questo è quello che ha scoperto l’Ambasciatore d’Italia in Kazkahstan e Kyrgyzstan Alberto Pieri.

Richiesto tramite il Ministero degli esteri per conto del CAI di accertarsi sulla adottabilità di una ventina di bambini da parte di coppie italiane, l’ambasciatore ha potuto rilevare che persone di pochi scrupoli, sedicenti rappresentanti di Onlus Italiane, avrebbero avviato una vera e propria truffa con la collaborazione di corrotti funzionari Kyrgyzi operanti a vari livelli. Dall’incontro dell’ambasciatore Pieri con il Ministro dello Sviluppo Sociale della Repubblica Kyrgyza, Kylybek Sultanov, è emerso che oltre la metà dei bambini promessi in adozione a coppie italiane non sono adottabili perché hanno genitori non consenzienti o addirittura perché già adottati da coppie Kyrgyze. Il ministro è rimasto sorpreso della documentazione presentata dall’ambasciatore italiano ed ha assicurato l’apertura di adeguata inchiesta per far luce su uno scandalo che sembra coinvolgere non solo coppie italiane, ma certamente anche americane e forse di altri paesi.

Già nel 2009 a causa di ben noti atti di corruzione, il Governo aveva interrotto le adozioni internazionali introducendo una moratoria; ci fu poi la rivoluzione del 2010 a cui seguì una revisione globale dei giudici e quindi nel 2011 vennero introdotte nuove procedure per l’accreditamento delle organizzazioni straniere autorizzate a presentare domande di adozioni.

Tra queste agenzie straniere ce ne erano anche alcune italiane. Il 5 di luglio del 2012 il Ministro dello sviluppo sociale (autorità responsabile per le adozioni) Ravshan Sabirov venne arrestato con l’accusa di estorsione, insieme al suo assistente per avere preso una tangente di 10000 dollari ed avere chiesto 20000 dollari per l’accreditamento di un’agenzia straniera.

Nel frattempo, una Onlus Italiana organizzava diversi tours di alcune coppie per visitare il Kyrgyzstan, conoscere i bambini adottabili, rendersi conto della realtà e delle condizioni del Paese e delle procedure. Una grande sceneggiata, i bambini visionati, abbracciati, cullati, coperti di regali non erano quelli adottabili, il centro dove erano stati accompagnati non era un orfanotrofio ma una specie di ostello. La messa in scena si completava con visite presso un tribunale, un istituto medico ed anche con l’emissione di vari documenti, tutti falsi o comunque non appropriati.

Adesso il Ministero Kyrgyzo aprirà una inchiesta per accertare le responsabilità, poi tutto si chiuderà come se nulla fosse accaduto. Rimane solo l’amarezza di quelle venti coppie italiane che vedono i loro sogni svanire insieme ai soldi che probabilmente avranno pagato alle varie Onlus e le spese sostenute.

Già nel luglio del 2012 il parlamento Kyrgyzo aveva approvato la Convenzione dell’Aja del Maggio 1993 sulle adozioni Internazionali: certamente un passo avanti sulla tutela dei minori, ma che non risolve di certo il problema della corruzione a vari livelli che rimane una realtà del Paese. Solo attraverso la collaborazione internazionale ed una forte volontà politica si potrà realizzare una trasparenza che oggi ancora manca anche per il coinvolgimento di agenzie straniere che fanno intravedere la possibilità di grossi guadagni.

Si parla oggi di una futura procedura da adottare da parte del Kyrgyzstan che pensa anche ad accordi bilaterali con diversi paesi per garantire la trasparenza delle operazioni.

Se in Kyrgyzstan molti funzionari possono esser corrotti è chiaro che questa corruzione è legata a corruttori che vengono dall’estero. Certo non è possibile sapere quante agenzie internazionali paghino pur di raggiungere il proprio scopo, ma il fatto rimane: quei soldi vengono da coppie italiane o di altri Paesi, gente in buona fede che vuol coronare il sogno di avere un bambino.

Su questo il CAI dovrebbe certamente riflettere ed accreditare solo quelle organizzazioni che dispongono di serie referenze ed adeguati contatti nei paesi in cui l’adozione si deve verificare. Ricorrere all’Ambasciata, ai Consolati o a legali locali quando le situazioni sono ormai compromesse non serve.

Oggi il ricorso alla magistratura in Kyrgyzstan ed in Italia rimane forse l’unica strada da seguire per fare luce sullo scandalo, ma se non si risolve il problema alla radice le speculazioni e le illusioni continueranno ed altre persone verranno coinvolte e soffriranno”.