Marco Griffini alla Camera dei Deputati: “Ai Parlamentari giovani e donne spetta il compito di tenere viva la speranza sul futuro delle adozioni internazionali”.

 

Da sx verso dx: Gabriele Greco (attore e testimonial Ai.Bi.); M. Griffini, On. Chaouki, On. Caruso, dott. Alvaro)
Da sx verso dx: Gabriele Greco (attore e testimonial Ai.Bi.); Marco Griffini, On. Khalid Chaouki, Lucilla Vazza (moderatrice), On. Mario Caruso, dott. Franco Alvaro.

Siamo nella sala stampa della Camera dei Deputati per la presentazione delle proposte di legge, firmate Caruso-Chaouki (AC n. 653 Modifiche alla legge, 4 maggio 1983, n. 184, concernenti la riforma della disciplina in materia di adozione internazionale e AC n. 648 Ratifica ed esecuzione della Convenzione concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, conclusa all’Aja il 19 ottobre 1996).

Alla presenza degli onorevoli Mario Caruso e Khalid Chaouki, e del dott. Franco Alvaro, garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio e coordinatore della conferenza dei garanti regionali, il Presidente di Ai.Bi. Marco Griffini commenta le proposte di legge: “Guai se non fossimo ottimisti, perché Carlos, la cui storia è vera, ha mantenuto viva la speranza. Lui non si arrende e neanche noi possiamo farlo. Se un bambino abbandonato da una mamma riesce a mantenere viva la speranza per 10 anni, noi abbiamo il dovere di aiutarlo”.

La conferenza stampa “Verso una nuova cultura dell’accoglienza”, è l’occasione per iniziare un primo confronto sulla riforma delle adozioni, argomento su cui in questi giorni si è pronunciata anche il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Questa è una legge che deve dare speranza alle 14 mila famiglie, le cui firme sul Manifesto di Ai.Bi. sono state consegnate, proprio venerdì scorso, alla presidente della Camera Boldrini e al presidente del Senato, Grasso. Questi firmatari sono solo la punta dell’iceberg”, spiega Griffini, “di un esercito di famiglie, che potrebbero fare dell’adozione la loro scelta di vita, ma la cui speranza viene sistematicamente distrutta dalla burocrazia”.

La crisi del settore non è legata al calo del desiderio di genitorialità, ma alle difficoltà che incontra chi vuole adottare. “E’ bello che questa legge – conclude il presidente Ai.Bi. – sia portata avanti da due membri della commissione Affari Esteri, perché è lì che si gioca la partita del cambiamento”.

D’accordo l’on. Mario Caruso: “La legge va modificata perché è assurdo che per adottare un bambino si debba aspettare 3 o 4 anni, con spese enormi. È mortificante per le coppie dover essere sottoposte a tali trafile Cercherò con tutte le forze di seguire attentamente questa legge, in modo che faccia il suo corso, e che venga modificata in tempi brevi”.

Poi la parola passa all’On. Khalid Chaouki (PD) che, nel suo intervento, fa riferimento in particolare alla Kafala: “E’ ormai giunta l’ora di far conoscere questa possibilità in una chiave diversa, di aprire le adozioni anche a Paesi di maggioranza musulmana come il Marocco, e offrire la possibilità anche alle famiglie di origine straniera (arabo-musulmane), ormai radicate in Italia, di diventare anch’esse protagoniste di questo percorso di adozione attraverso la kafala. C’è bisogno di formazione alla interculturalità, alla conoscenza dei mondi da cui arrivano questi bambini”.

Infine il Garante Francesco Alvaro richiama l’attenzione sul tema dell’abbandono, dando uno squarcio agghiacciante della facilità con cui un bambino viene collocato in comunità. “Per mettere un ragazzino in comunità occorrono solo cinque minuti. Ma ci siamo interrogati su altre possibili soluzioni? Abbiamo costruito un progetto di vita intorno a questo bambino?

Ed è proprio su questo progetto di vita che Marco Griffini insiste: “L’80% dei bambini che crescono in istituto e ne escono a 18 anni non ce la fa e va incontro a un destino purtroppo segnato: suicidi, prostituzione e delinquenza. Quando noi li adottiamo, li salviamo. La coppia è una grande risorsa proprio perché, adottando un bambino abbandonato, fa il più grande atto di giustizia che una persona possa mai compiere nella sua vita. Con un semplice gesto noi ridiamo dignità di figlio a un bambino che una società ha condannato all’abbandono”, ha concluso Griffini.