Milano. I giorni di Sara nel centro migranti di Vizzolo “Ecco cos’è il cerchio dell’amore e quella sensazione che si prova nell’offrire aiuto a questi bambini ricordando loro di essere tali”

migranti-vizzolo-400x286In questi giorni in cui arrivano continuamente barconi stracolmi di migranti, assume ancora più importanza quanto scrive Sara Tardi una giovane studentessa che nelle scorse settimane, nell’ambito del progetto VolontariaMente’, promosso dall’università Luiss in partnership con la “Fondazione Sinderesi-praticare l’etica” e Ai.Bi., ha trascorso alcune giornate nel centro migranti di Vizzolo di Amici dei Bambini. “Un’ esperienza che – racconta Sara – mi ha lasciato tanta speranza. La speranza che brillava negli occhi di quei bambini in cerca di amore”.

Abbiamo chiesto a Sara di raccontarci quei giorni trascorsi in compagnia dei migranti, grandi e piccini, di condividere con noi emozioni e pensieri.

Ecco quanto ci confida “La scena che difficilmente riuscirò a dimenticare è quella in cui il piccolo M., un bambino nigeriano, ha chiesto a me e le altre ragazze di sederci a terra l’uno accanto all’altra creando un cerchio. Piu’ volte ha desiderato fare questo gioco cercando le nostre mani. Forse per il piccolo M. il cerchio era sinonimo di famiglia e di amore”.

Ecco per SaraIl centro migranti ha significato per me soprattutto consapevolezza”. Questo perché “il tema  ‘immigrazione’ è una delle notizie più frequenti che i media trasmettono, ma fino a quando questa realtà non la sperimenti e  fino a quando le storie le ascolti con orecchie piuttosto che col cuore  non riesci a prendere coscienza della sofferenza al di là di quei volti, né tantomeno del desiderio di vivere una vita non migliore ma quella che per noi possa definirsi normale”.

“Un altro episodio che mi ha fatto comprendere l’aiuto che si può offrire con dei piccoli gesti di volontariato – continua –  è stata la reazione di S., una bambina nigeriana di soli 12 mesi. I primi giorni era piuttosto diffidente e stentava a mantenere un contatto visivo con noi. In una settimana tutto è cambiato: ha iniziato a sorriderci e a mostrarsi affettuosa manifestando il desiderio di lasciarsi coccolare”.

Per Sara “è’ assolutamente impagabile essere autori di un progresso simile anche se così piccolo e breve. Auguro e invito tutti ad affrontare un’esperienza simile perché è indescrivibile la sensazione che si prova nell’offrire aiuto e amore a questi bambini ricordando loro di essere tali”.