Trento: i Tribunali devono togliere i figli alle coppie omosessuali

Coppie adottiveDovrebbero pensarci i Tribunali dei Minorenni, ma sono inerti.  Del resto, ci vuole più coraggio per togliere un bambino a due gay che per sperimentare i modelli educativi senza un padre e una madre.

In questo modo, il fenomeno delle coppie omosessuali va diffondendosi in silenzio. Si diventa genitori attraverso uteri in affitto, oppure, più spesso, ricorrendo all’inseminazione eterologa all’estero. Poi, tornati in Italia, riescono a non dare all’occhio, presentandosi all’apparenza come ragazze madri o single con figli, anche se in realtà abitano anche con un loro convivente. Si mimetizzano bene,molto più frequentemente sono “famiglie”, formate da donne che da uomini, per ovvie ragioni naturali.

Tale tendenza non è sfuggita a Claudio Cia, consigliere comunale della Lista Civica per Trento, che firma una proposta  di ordine del giorno nella quale si chiede ai servizi sociali di individuare sul territorio “casi di omogenitorialità singola o multipla” e  di verificare “l’ambiente di crescita del bambino in considerazione dell’assenza di una figura materna o paterna, per deliberata scelta che sottende motivi di illegalità”, affinché sia segnalata al Sindaco. E quest’ultimo alla notizia, “disponga immediatamente la collocazione del bambino in un ambiente che favorisca il suo pieno sviluppo umano”.

All’iniziativa hanno già aderito il Vice Presidente del Consiglio Comunale, Antonio Coradello (Pdl), particolarmente critico con le proposte di legge sui matrimoni gay del proprio schieramento, e alcuni consiglieri circoscrizionali che fanno riferimento alla Lista civica per Trento.

Lo scopo politico che Cia si prefigge è semplice: “Voglio sollevare il dibattito”. E la sua prossima mossa sarà l’invito a tutti i consiglieri comunali d’Italia ( centro- destra e non) a far proprio il documento e a ribellarsi a una politica che minaccia la vita della famiglia. Se non altro avrà il merito di non aver taciuto che “per tutelare il diritto delle coppie gay, si finisce per dimenticare i diritti dei bambini”.

“Nessuno mette in discussione, spiega il promotore, la capacità e la volontà di amare o allevare un figlio, né la legittimità della scelta di due persone di vivere insieme, ma che quest’ultimo sia privato di uno dei due genitori naturali”. Vi sono la Costituzione Italiana e la Convenzione sui diritti umani a proteggere la primordiale relazione fra genitori e figli, a cui si aggiunge “l’articolo 7 della Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, che tutela i minori riconoscendo loro il diritto di conoscere i loro genitori e di essere allevati da essi”, indica Cia.

“Perciò chi non desidera rendere pubbliche  situazioni al limite della legge sa che questo imporrebbe un intervento da parte dell’autorità pubblica. Ma se i bimbi possono essere tolti ai genitori per motivi economici,perché non accade quando sono lasciati in balia di esperienze, rapporti, relazioni umane sostitutive e del tutto slegate rispetto alla naturalità del rapporto fra madre e padre?”.

Forse perché la Corte di Cassazione nel gennaio scorso ha rigettato il ricorso di un padre contro l’affidamento del bambino alla madre e alla compagna lesbica, ritenendo pregiudiziale l’idea “ che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata sulla coppia omosessuale”.

In realtà, conclude Cia, è la famiglia naturale fondata sul matrimonio a subire un attacco, e per giunta senza possibilità di difesa perché “il ricatto dell’omofobia inibisce la possibilità di pensare o di dire quel che si pensa. 

 

Fonte: Istituto Degli Innocenti